Un bell'esemplare completamente leggibile, con una patina che conserva il lustro della zecca.
In numismatica si sottolinea spesso quanto sia importante leggere e tradurre con attenzione le iscrizioni del dritto che ornano un oggetto. Si tratta di un'abilità che richiede un notevole sforzo intellettuale e, nonostante il fatto che l'iscrizione sul bordo contenga informazioni estremamente importanti sull'emittente, molte persone trascurano abbreviazioni "misteriose" e parole dal suono straniero (latino). Non è questa la strada da seguire. Vale la pena notare, ad esempio, che le monete coniate dal figlio del re Augusto III, Federico Cristiano, contengono nelle loro iscrizioni al dritto denominazioni come: D(ei) : G(ratia) : FRID(ericus) : CHRIST(iani) : PR(inceps) : R(egii) : POL(oniae) : : L(ithuaniae) : DUX SAX(oniae) :.
Nell'effettuare la traduzione, va sottolineato che Federico utilizzò il titolo di "Principe del Regno di Polonia e Lituania" sul tallero e sul gulden presentati oggi.
Questo dato è interessante e degno di nota, poiché l'analisi delle coniazioni dei sovrani di Polonia e dei pretendenti alla corona polacca (a partire dal XV secolo) porta alla conclusione che solo i discendenti dei Sassoni usavano il titolo di "Principe" (Princeps) sulle loro monete o, come nel caso di Ksawery: "Princeps" (Regius).
Dritto: busto di Federico in armatura e mantello, nel bordo una legenda:
D:G:FRID:CHRIST:PR:R:POL:& L:DUX SAX:;
Rovescio: scudo coronato a nove punte, sotto di esso le iniziali FW-ôF e l'iscrizione: X.EINE FEINE MARCK, nel bordo la legenda:
IUL:CL:MONT:A:& W:S:R:I:ARCHIM:& ELECTOR.1763;
Argento, peso 27,9 g, diametro 41,5 mm.